Le Piramidi di Giza si trovano a circa 25 chilometri dal Cairo e fanno parte del complesso chiamato Necropoli di Giza, dichiarato Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO nel 1979; al suo interno è possibile ammirare la Piramide di Cheope, l’unica delle sette meraviglie del mondo ad essere visibile ai giorni nostri, la Piramide di Chefren e la Piramide di Micerino. La costruzione di queste enormi Piramidi risale a circa 4500 anni fa, nel periodo in cui i faraoni egizi ergevano queste strutture monumentali come luoghi adibiti alla propria sepoltura. Secondo gli studiosi, la forma piramidale rimanda al culto del sole; infatti gli spigoli delle piramidi rappresenterebbero i raggi del sole che si diffondono sulla terra e la sua struttura fungerebbe da scala per raggiungere il cielo.
Piramide di Cheope
Chiamata dagli antichi Egizi “L’orizzonte di Cheope” essa risulta essere la più grande ed antica piramide del complesso; quello che si vede oggi è la base strutturale della Grande Piramide in quanto originariamente essa venne coperta da un rivestimento liscio realizzato in pietra. E’ possibile vedere ancora alcuni massi originari intorno alla base. All’interno della Piramide di Cheope sono state scoperte, oltre alla camera ipogea, situata nel livello più basso su cui venne eretta la piramide, la Camera della Regina e la Camera del Re. La costruzione della piramide è tuttora argomento di interesse per gli studiosi in quanto per la sua realizzazione, durata 23 anni, furono ricavati nelle cave circa 100.000 grandi blocchi di cemento all’anno; ognuno di essi, del peso di 2.5 tonnellate circa, venne trasportato sul luogo della costruzione e impilato fino a raggiungere un’altezza di 147 metri. Nei secoli successivi alla creazione, la Piramide di Cheope fu oggetto di numerosi studi da parte delle successive dinastie regnanti, non tanto per preservare il monumento, quanto per riuscire ad accedervi ed impossessarsi di eventuali tesori presenti al suo interno. In ogni caso non vennero mai ritrovati la salma e il corredo funerario di Cheope probabilmente caduti nelle mani dei saccheggiatori di tombe dell’epoca.
Piramide di Chefren
Conosciuta dagli antichi con il nome di “Grande Chefren“, questa piramide appartiene al figlio di Cheope, che successe al padre nel ruolo di sovrano. Sebbene sia stata progettata in scala leggermente inferiore rispetto alla Piramide di Cheope, la Piramide di Chefren, alta attualmente 136 metri, appare come la più grande del complesso; questo effetto è causato dalla maggiore inclinazione delle pareti e dalla presenza di un “piedistallo” roccioso, alto circa 10 metri, sopra il quale venne eretta la piramide. Una caratteristica unica di questa piramide è la presenza, nella parte superiore della struttura, delle sottili lastre di pietra che originariamente ricoprivano interamente tutte le piramidi.
Piramide di Micerino
L’ultima delle piramidi costruite nella Piana di Giza è quella di Micerino, nota agli antichi egizi come “Divino è Micerino“. Di dimensione minore rispetto alle altre, con “soli” 66 metri di altezza, questa piramide rivela una certa imprecisione nella propria costruzione; infatti venne realizzata con blocchi di pietra più grandi rispetto a quelli utilizzati nelle altre strutture ma posizionati in modo molto meno schematico e il progetto iniziale dovette essere rivisto, dopo la prematura morte di Micerino, sostituendo il prezioso granito rosso di Assuan con il più comune calcare bianco.
Sfinge di Giza
La Sfinge di Giza, facente parte del complesso funerario di Chefren, è posata su una piattaforma di pietra posizionata accanto alla rampa processionale che conduce al tempio a valle di Chefren, ovvero il luogo in cui il faraone defunto veniva preparato per l’aldilà. La statua, un imponente leone dal volto umano, è lunga 73,5 metri, alta 20,2 metri e larga 19,3 metri; la Sfinge venne ricavata da un blocco di roccia con lo scopo di rappresentare e proteggere il Faraone Chefren. Le condizioni attuali della statua non sono delle migliori in quanto essa, costruita con pietra di bassa qualità, subì, oltre all’erosione causata dalla sabbia e dagli agenti atmosferici, dei danni causati dall’uomo, quali la distruzione del naso voluta dallo sceicco Muhammad sāʾim al-Dahr, a causa della troppa attenzione che i cittadini del suo regno dedicavano alla Sfinge. Il grande interesse per questo antico monumento è alimentato anche dalla numerose leggende che lo circondano, tra le quali la presenza di stanze segrete nascoste sotto il corpo della Sfinge.
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